Ieri mattina, recandomi ancora una volta alla piazza di Polverara, ho trovato dei lavori in corso. Molte volte ho percorso quella strada: per andare alle scuole elementari, alle medie, per la ginnastica correttiva, la messa, il catechismo e infine per prendere la corriera che, ad orari scomodi, mi portava - e porta, se occorre - a Padova o a Piove.
Nel tempo non sono stati pochi i cambiamenti che via Volparo e via Roma hanno subito: la ristrutturazione dell'asilo che ho frequentato per tre anni, gestito dalle suore, la chiusura del ferramenta giusto a fianco alla palestra, la messa a norma e in sicurezza delle scuole elementari e medie, che io rivedo solo dall'esterno, dopo avervi trascorso tanto tempo. Il vecchio bar è ormai scarsamente frequentato, superato da uno nuovo, l'"Hard Rock Café" che, alla bisogna, dicono possa ospitarti per la notte. Per quanti anni in quei locali hanno lavorato i vecchi giornalai? Giusto di fronte a loro c'era un micro-supermercato, poi acquistato da una banca, la prima che abbia osato sedersi a Polverara. Però questa volta la mutazione ha superato ogni aspettativa.
Di fronte al piazzale della chiesa, anch'esso rifatto (il selciato è costato un occhio della testa, ma l'estetica è migliorata molto dai tempi della semplice asfaltatura alla contadina - per non parlare del campo di calcio che le era a fianco, ora smantellato e ricostruito a fianco del cimitero), infatti, c'è un monumento ai caduti, una madre piangente che tiene in braccio il figliolo, di bronzo, con un fondale di lastre in marmo. Questo rustico monumento stava su un basamento rettangolare, di circa dieci e quindici metri di lato, che lo alzava di circa un metro dal piano stradale. Avevano poi costruito una rampa perché le automibili ed il mercato del lunedì ci potessero salire. Ora, però, il basamento, punto di ritrovo di tanti giovani quand'ero fanciullo e adolescente, è stato tolto e ne resta solo la spoglia scultura. Mi chiedo cosa ne succederà.
Nel tempo non sono stati pochi i cambiamenti che via Volparo e via Roma hanno subito: la ristrutturazione dell'asilo che ho frequentato per tre anni, gestito dalle suore, la chiusura del ferramenta giusto a fianco alla palestra, la messa a norma e in sicurezza delle scuole elementari e medie, che io rivedo solo dall'esterno, dopo avervi trascorso tanto tempo. Il vecchio bar è ormai scarsamente frequentato, superato da uno nuovo, l'"Hard Rock Café" che, alla bisogna, dicono possa ospitarti per la notte. Per quanti anni in quei locali hanno lavorato i vecchi giornalai? Giusto di fronte a loro c'era un micro-supermercato, poi acquistato da una banca, la prima che abbia osato sedersi a Polverara. Però questa volta la mutazione ha superato ogni aspettativa.
Di fronte al piazzale della chiesa, anch'esso rifatto (il selciato è costato un occhio della testa, ma l'estetica è migliorata molto dai tempi della semplice asfaltatura alla contadina - per non parlare del campo di calcio che le era a fianco, ora smantellato e ricostruito a fianco del cimitero), infatti, c'è un monumento ai caduti, una madre piangente che tiene in braccio il figliolo, di bronzo, con un fondale di lastre in marmo. Questo rustico monumento stava su un basamento rettangolare, di circa dieci e quindici metri di lato, che lo alzava di circa un metro dal piano stradale. Avevano poi costruito una rampa perché le automibili ed il mercato del lunedì ci potessero salire. Ora, però, il basamento, punto di ritrovo di tanti giovani quand'ero fanciullo e adolescente, è stato tolto e ne resta solo la spoglia scultura. Mi chiedo cosa ne succederà.