Noi uomini, si direbbe, desideriamo che la nostra logica sia assoluta. Agiamo, si direbbe, partendo da questo presupposto, e poi ci facciamo prendere dal panico non appena ci si presenta il minimo indizio che le cose non stanno così, o potrebbero non essere così.
È come se la compatta coerenza del cervello logico, anche in persone notoriamente assai confusionarie nel loro pensare, dovesse comunque essere sacrosanta. Quando si scopre che esso non è poi così coerente, gli individui o le culture si buttano a capofitto, come i porci di Gadara, nelle complicazioni del soprannaturalismo. Per sfuggire ai milioni di morti metaforiche raffigurate in un universo di circoli causali, ci affrettiamo a negare la semplice realtà del comune morire e a costruire fantasie di un aldilà e perfino di reincarnazione.
In verità, una frattura nell'apparente coerenza del processo logico della nostra mente ci sembrerebbe una specie di morte. [...] Ciò che sostengo qui è che in qualunque circuito biologico è presente l'accenno alla morte.
Gregory Bateson, Mente e Natura, Milano, Adelphi, 1984, p. 170-171
È come se la compatta coerenza del cervello logico, anche in persone notoriamente assai confusionarie nel loro pensare, dovesse comunque essere sacrosanta. Quando si scopre che esso non è poi così coerente, gli individui o le culture si buttano a capofitto, come i porci di Gadara, nelle complicazioni del soprannaturalismo. Per sfuggire ai milioni di morti metaforiche raffigurate in un universo di circoli causali, ci affrettiamo a negare la semplice realtà del comune morire e a costruire fantasie di un aldilà e perfino di reincarnazione.
In verità, una frattura nell'apparente coerenza del processo logico della nostra mente ci sembrerebbe una specie di morte. [...] Ciò che sostengo qui è che in qualunque circuito biologico è presente l'accenno alla morte.
Gregory Bateson, Mente e Natura, Milano, Adelphi, 1984, p. 170-171