Frammenti di Rock


  • Nulla è perché sia (29/04/2003).

  • Nutro il massimo rispetto per le cose che funzionano (2011).

  • La Fisica non è democratica (2007).

  • La vita è come un bordello: quella che ti piace è sempre occupata (estate 2008).

  • Conoscere attraverso le cause, agire per gli effetti (24/10/2011).

  • I can control my breath, but I cannot control my heart. (20/01/2012)

  • Ogni momento è unico. (15/03/2012)

  • Only fool men and wise men are happy. Is it the same? (19/07/2012)

  • Have fun every day! (07/04/2013)

sabato 31 dicembre 2011

Castagnaccio - trial version

Ingredienti:
  • farina di castagne
  • latte
  • pinoli
  • uvetta
  • zucchero
  • (rosmarino)
  • olio extravergine d'oliva
  • sale
Preparazione.
Lasciate rinvenire l'uvetta in acqua tiepida.
Mettere la farina di castagne a fontana in una ciotola. Aggiungere il sale e i 3 cucchiai di olio. Iniziare a mescolare aggiungendo il latte a poco a poco. Continuare a mescolare aggiungendo il latte in modo da eliminare eventuali grumi di farina fino ad ottenere un impasto fluido; se l’impasto risultasse ancora troppo denso, allungarlo con acqua tiepida. Quando l’impasto risulta liscio e fluido, aggiungere lo zucchero, i pinoli e l’uvetta. Ungete la teglia (tonda o rettangolare, secondo preferenza) con olio extravergine di oliva, quindi versate l’impasto del castagnaccio. Guarnire il castagnaccio con altri pinoli e rosmarino, secondo gradimento. Versate un filo di olio. Infornare a 180° per circa 30 minuti, fino a quando non si sarà formata una crosticina croccante. Una volta tolto dal forno, adagiare il castagnaccio su un piatto da portata.
Servire con miele di castagno.
(tratto da http://www.ideericette.it/ricetta-castagnaccio-toscano/ e http://it.wikibooks.org/wiki/Libro_di_cucina/Ricette/Castagnaccio)

Artisti di strada








Street art @ Street Art Utopia

Frittelle di castagne

Ingredienti per 4 persone:

  • 200g farina di castagne 
  • 2 cucchiai di zucchero
  • 50g di uvetta
  • 50g di pinoli
  • olio
  • sale

Preparazione.
Fate ammorbidire l'uvetta in acqua tiepida. Mescolate in un recipiente la farina di castagne e lo zucchero; aggiungete dell'acqua fino a formare una pastella omogenea. Aggiungete l'uvetta, i pinoli e il sale.
Coprite una padella di abbondante olio e versate la pastella con un cucchiaio.
A cottura avvenuta, disponete le frittelle su un foglio di carta assorbente e cospargete con lo zucchero.

venerdì 30 dicembre 2011

Coerenza (da Gregory Bateson)

Noi uomini, si direbbe, desideriamo che la nostra logica sia assoluta. Agiamo, si direbbe, partendo da questo presupposto, e poi ci facciamo prendere dal panico non appena ci si presenta il minimo indizio che le cose non stanno così, o potrebbero non essere così.
È come se la compatta coerenza del cervello logico, anche in persone notoriamente assai confusionarie nel loro pensare, dovesse comunque essere sacrosanta. Quando si scopre che esso non è poi così coerente, gli individui o le culture si buttano a capofitto, come i porci di Gadara, nelle complicazioni del soprannaturalismo. Per sfuggire ai milioni di morti metaforiche raffigurate in un universo di circoli causali, ci affrettiamo a negare la semplice realtà del comune morire e a costruire fantasie di un aldilà e perfino di reincarnazione.
In verità, una frattura nell'apparente coerenza del processo logico della nostra mente ci sembrerebbe una specie di morte. [...] Ciò che sostengo qui è che in qualunque circuito biologico è presente l'accenno alla morte.

Gregory Bateson, Mente e Natura, Milano, Adelphi, 1984, p. 170-171

martedì 27 dicembre 2011

Spaghetti con le vongole

Questa ricetta è il frutto dell'integrazione di alcuni suggerimenti e, soprattutto, dell'esperienza. Esistono molte varianti, specialmente per l'utilizzo del pomodoro o dei pomodorini. Personalmente mi attengo alla scuola "bianchista".

Ingredienti (per 3 persone):
  • vongole (almeno 0.5kg)
  • olio extravergine d'oliva
  • aglio, prezzemolo, peperoncino, farina, sale
  • pasta lunga (spaghetti, bavette, vermicelli o simili)
Preparazione. Lavate le vongole una ad una e mettetele a bagno per una notte (o comunque almeno due ore) in acqua fredda e sale. Poi lavate nuovamente con cura le vongole.
Mettete a scaldare l'acqua per la pasta.
Prendete una padella abbastanza alta e copritene il fondo di olio. Fate imbiondire 3/4 spicchi d'aglio e toglieteli. Mettete le vongole nella padella e cuocetele per qualche minuto a fuoco vivo, finché non avranno iniziato ad aprirsi. Abbassate il fuoco e togliete circa metà delle conchiglie, svuotandone il contenuto nella stessa padella. Aggiungete un peperoncino intero, sale quanto basta, un cucchiaio scarso di farina ed una spruzzata di prezzemolo. Fate procedere a fuoco lento, mescolando con cura. Nel frattempo avrete buttato la pasta, che terrete molto al dente. Scolatela ed aggiungetela nella padella, dove terminerà la cottura assieme alle vongole.

venerdì 23 dicembre 2011

Novello Arcimboldo

Ecco alcuni esempi dell'arte di Oleg Shuplyak.

Fiera della Gallina di Polverara 2011

Quest'anno, terminati gli sforzi accademici, ho partecipato come volontario alla Fiera della Gallina, presso il paesello.
Il mio compito era la distribuzione di coperti ed abbeveraggi, il che includeva la nobile arte dello spinamento del vino. Forse mi ci hanno messo perché sanno che non bevo?

Ho scattato alcune foto del premio che mi veniva elargito in natura, al termine di ciascun servizio, che potete trovare qui.
Nella stessa gallery, potrete fare una passeggiata tra le celeberrime galline col ciuffo.
Faticoso, ma divertente assai!

mercoledì 14 dicembre 2011

Fagioli di Lamon in teglia con crostini di polenta

Ingredienti (4 persone):
  • 320g di polenta cotta
  • 350g di fagioli di Lamon secchi
  • 150g di lardo
  • 1 cipolla e 1 spicchio d'aglio
  • 500g di pomodori
  • alloro
  • farina
  • olio extravergine d'oliva
  • sale e pepe
  • 1 bicchiere di vino bianco
Preparazione. Mettere in acqua fredda i fagioli e lasciarli per una notte intera. Lavarli in acqua corrente, metterli in un tegame di terracotta e ricoprirli abbondantemente di acqua fredda. Aggiustare di sale e lessarli al dente a fuoco moderato. Mettere un'altra pirofila al fuoco con un cucchiaio d'olio e rosolare la cipolla tagliata a fette sottili, il lardo a striscioline e profumare con le foglie d'alloro. Scolare i fagioli di Lamon lessati, aggiungerli al tegame con la cipolla il lardo e coprire. Aggiungere un bicchiere di vino bianco e terminare la cottura. Nel frattempo, mettere a bollire i pomodori in acqua salata per 3 minuti. Scolarli e privarli della pelle. Farli a pezzi e metterli in un tegame con uno spicchio d'aglio. Farli cuocere per 20 minuti. Passare 2/3 dei pomodori al mixer e ridurli in una crema fluida. Versare il tutto nella pirofila dei fagioli e rimetterli al fuoco 5 minuti per incorporare il pomodoro. Affettare la polenta e, a piacere, sagomare le fette con stampini da biscotti. Pennellare di burro fuso  le fette e metterle al forno sulle graticole. Attivare il grill e arrostire la polenta in superficie facendo attenzione che non si secchi l'interno. Servire accompagnando i fagioli di Lamon in teglia con i crostini di polenta.

Sopa coada (ricetta Trevigiana)

Ingredienti:
  • 6 piccioni di nido
  • 600g di pane raffermo non condito
  • 1 cipolla
  • 2 carote
  • 1 gambo di sedano
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 2,5l di brodo
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 4 cucchiai d'olio d'oliva extravergine
  • 200g di burro
  • 200g di grana grattugiato
  • sale e pepe
Preparazione. Pulite e fiammeggiate i colombini e tagliateli a metà per lungo. Tritate la cipolla, le carote, il sedano e il prezzemolo. Rosolate nell'olio e metà del burro il trito di verdure. Unite i piccioni, salate, pepate e fate rosolare. Bagnate con il vino bianco e lasciate evaporare. Coprite completamente i piccioni con il brodo e con un coperchio e cuocete a fiamma bassa per un'ora o fino a quando le carni saranno tenere. Tagliate a fette la pagnotta e imburratele. Togliete i piccioni dal brodo e disossateli cercando di non spappolarli troppo. Rimettete tutto nel brodo, ossa comprese, e cuocete per un altro quarto d'ora. Disponete in una pirofila unta con burro le fette di pane e sopra ad ognuna una metà di piccione, spolverando con il grana, sale e pepe e bagnando con il brodo. Terminate gli strati con il pane e spolverando con il grana e bagnando abbondantemente con il brodo. Infornate a 150° per cinque ore continuando ad aggiungere brodo sui lati man mano che si asciuga.

martedì 13 dicembre 2011

Astice alla catalana (ricetta Veneziana)

Ingredienti:
  • 1 astice da 600-700g
  • 1 cipolla
  • 20-25 pomodorini pachino
  • 1 cipolla rossa di tropea
  • 2 tazzine di olio extra vergine
  • sale e pepe
Preparazione. Lavate i pomodori e succiate la cipolla, quindi affettateli. Tagliate gli elastici sulle chele grandi degli astici facendo attenzione. Tuffate in acqua bollente salata l'astice mettendo subito un coperchio. Fatelo cuocere per circa 8 minuti, quindi quando è diventato bello rosso scolatelo e fatelo raffreddare un pochino. Tagliate il carapace del corpo ed estraete tutta la polpa. Tagliatela a pezzetti e mettetela in un piatto da portata o in una zuppiera con le cipolle e i pomodorini, conditeli bene con l'olio, il sale ed il pepe. Per insaporire il condimento aprite la testa dei crostacei ed unite il liquido che ricaverete al condimento. Disponete nella zuppiera anche le teste e le chele grandi, mescolate e servite.

Fritto dell'aia alla padovana (ricetta Padovana)

Ingredienti:
  • 1 petto d'anatra
  • 1 petto di faraona
  • 2 sottocosce di pollo
  • 3 uova
  • 200g di pangrattato
  • 1 cucchiaio di zenzero
  • 100g di farina
  • 1l di vino bianco secco (Colli Euganei)
  • sale, pepe ed olio per friggere
Preparazione. Disossate le sottocosce di pollo e ricavatene delle fettine. Tagliate i petti di faraona e d'anatra a fettine sottili. Diluite nel vino lo zenzero. Ricoprite la carne con il vino aromatizzato, salate e lasciatela a marinare per un giorno e una notte in frigorifero, in un recipiente coperto. Scolate la carne e asciugatela bene. Sbattete le uova con un pizzico di sale e scaldate l'olio. Infarinate le fettine di carne e bagnatele nell'uovo, quindi impenatele con il pangrattato premendo bene in modo che il pane aderisca omogeneamente alle fettine. Friggete la carne nell'olio ben caldo. Scolate e fate asciugare su carta assorbente. Salate, pepate e servite subito in tavola.

Pollo alla bellunese in bianco (ricetta Bellunese)

Ingredienti:
  • un pollo da circa 1 kg
  • 100g di burro
  • cipolla
  • prezzemolo
  • uno spicchio d'aglio
  • un quarto di vino bianco
  • qualche fungo
  • pepe
  • sale
Preparazione. Lavate, asciugate e tagliate in ottavi il pollo, mettete le rigaglie da parte. In una casseruola soffriggete nel burro mezza cipolla affettata, abbondante prezzemolo e lo spicchio d'aglio. Rosolate i pezzi di pollo, salate, pepate, bagnate con il quarto di vino, lasciate evaporare. Aggiungete un trito fatto con le rigaglie del pollo, qualche fungo e se si desidera un poco di salame bellunese sminuzzato. Cuocete a fuoco lento per circa un'ora e mezza. Servite con polenta.

Oca con prugne e castagne (ricetta Vicentina)

Ingredienti:
  • 1 oca (circa 3kg)
  • 300g di prugne secche
  • 300g di castagne
  • 2 spicchi d'aglio
  • 2 rametti di rosmarino legati
  • 75cl di vino bianco secco
  • sale
Preparazione. Mettete a bagno le prugne nel vino bianco per due ore. Bollite le castagne senza la buccia per 20 minuti ed eliminate la pellicina. Pulite e fiammeggiate l'oca, togliendo le interiora. Strizzate le prugne e conservate il vino di marinatura. Riempite l'interno dell'oca con le castagne e le prugne e cucitela  modo che il ripieno non fuoriesca durante la cottura. Salare abbondantemente l'esterno dell'oca e disporla in una teglia con l'aglio il rosmarino legato e un bicchiere di vino. Infornate a 150° per 4 ore, bagnando on il vino della marinatura delle prugne man mano che si asciuga (se non fosse sufficiente aggiungetevi altro vino bianco) e girando l'oca di tanto in tanto. Tagliate l'oca a pezzi e servitela accompagnandola con il ripieno e il fondo di cottura sgrassato.

Cosce ermellinate ripiene (ricetta Rodigina)

Ingredienti:
  • 4 cosce di gallina ermellinata di Rovigo
  • 80g di pancetta a dadini
  • 130g di fegatini di pollo
  • 160g di petto di pollo
  • 60g di spinaci bolliti
  • 1 scalogno
  • 1/2 bicchiere di brandy o cognac
  • vino bianco
  • 1 tuorlo
  • 100g di burro
  • sale e pepe
Preparazione. Per il ripieno, sciogliere in una casseruola il burro, aggiungere la pancetta, farla rosolare, toglierla e metterla da parte. Mettere nella casseruola i fegatini, rosolarli e metterli insieme alla pancetta. Fare la stessa operazione con il petto di pollo tagliato a pezzetti, salato e pepato. Aggiungere nella casseruola, se ce ne fosse bisogno, altro burro, soffriggere lo scalogno tagliato, aggiungere pollo, pancetta, fegatini e lasciar insaporire. Bagnare con poco vino e brandy. Con gli spinaci bolliti passar il tutto al tritacarne, far raffreddare, aggiungere il tuorlo, regolare di sale e pepe e farcire le cosce di pollo disossate. Chiuderle con uno stuzzicadenti, rosolarle nella casseruola con un po' di vino e aggiungere, a piacere, della salsa di pomodoro.

giovedì 1 dicembre 2011

Sulla selezione naturale (da Gregory Bateson)

Sia come sia, nei processi stocastici, tanto dell'evoluzione quanto del pensiero, il nuovo può essere tratto esclusivamente dal disordine del casuale. E per trarre il nuovo dal casuale, se e quando esso si manifesta, occorre un qualche meccanismo selettivo che dia conto della persistenza nel tempo della nuova idea. Deve vigere qualcosa di simile alla selezione naturale, in tutta la sua lapalissiana tautologia. Per persistere, il nuovo deve essere tale da durare più a lungo delle sue alternative. Ciò che dura più a lungo tra le increspature del casuale deve durare più a lungo di quelle increspature che non durano altrettanto a lungo. Ecco, in poche parole, la teoria della selezione naturale.
[da G. Bateson, Mente e natura, Milano, Adelphi, 1984, p. 66.]

martedì 29 novembre 2011

Dr. Nicoletti

Lo spettacolo dello scorso 4 Novembre ha avuto un enorme successo, tanto che ho dovuto spiegare al sindaco, intervenuto a nome del pubblico, che non era possibile un bis.
Quindi adesso ho finalmente concluso il dottorato di ricerca e posso godermi qualche giorno di vacanza!

domenica 13 novembre 2011

Paté d'oca

Ingredienti per 4 persone:
  • 250g di fegatini di oca,
  • 1 cipolla lessata,
  • brodo vegetale,
  • 1 cucchiaio di capperi,
  • 4 o 5 filetti di acciuga sott'olio,
  • olio extra vergine di oliva,
  • sale e pepe,
  • 1 foglia di alloro,
  • 1 bicchierino di brandy,
  • gelatina liquida.
Preparazione. Tagliate sottile una cipolla già lessata e fatela imbiondire in una padella con 4 cucchiai d'olio extra vergine. Adagiate poi i fegatini tagliati grossolanamente con le forbici. Aggiungete un bicchiere di brodo, il brandy, una manciata di capperi e le acciughe, lasciando cuocere per una ventina di minuti, coperto.
Quando i fegatini saranno di un colore omogeneo e teneri, alzate la fiamma, scoprite e lasciate cuocere altri 3 o 4 minuti per far asciugar il liquido in eccesso.
Passate i fegatini al mix, fino a renderli una crema, versate in un bicchiere tondo e mettete temporaneamente in frigo.
Preparate un recipiente un po' più grande del bicchiere rotondo, versate sul fondo un dito di gelatina liquida e aspettate che rapprenda nel frigo. Mettetevi la crema che avrete nel frattempo liberato dal bicchiere e nell'intercapedine fra il paté e il bordo del contenitore ancora gelatina liquida fino a coprire del tutto. Mettete nel frigorifero per almeno un paio d'ore e servire.

Oca arrosto

Ingredienti (4 persone):
  • 100g di burro,
  • 50g di lardo,
  • 1 oca (il peso deve essere di circa 1kg),
  • sale e pepe,
  • 1 bicchierino di acquavite,
  • 1 bicchiere di vino bianco secco
  • 800g di cavolo rosso affettato sottile,
  • sale
Preparazione. Condite l'oca con sale e pepe all'interno e all'esterno e legatela. Mettetela  a rosolare in 100g di burro e 50g di lardo. Bagnatela con un bicchierino di acquavite e un bicchiere di vino bianco secco, fate sfumare, abbassate al minimo la fiamma e coprite il tegame. L'oca va cotta per un'ora, rigirata e bagnata con il fondo di cottura. Toglietela dal tegame, tagliatela e tenetela al caldo. Nel fondo di cottura stufare il cavolo rosso affettato sottile, aggiustate di sale e servite con l'oca.

Lumache dei colli - ricetta padovana

Ingredienti:
  • 500g di lumache sgusciate e pulite,
  • 1 gambo di sedano bianco,
  • 1/4 di vino bianco secco (Bianco dei Colli),
  • 100g di passata di pomodoro,
  • 1 ciuffo di prezzemolo,
  • 3 spicchi d'aglio,
  • 3 foglie d'alloro,
  • olio extravergine di oliva,
  • 50g di burro,
  • sale e pepe.
Preparazione. Tritate finemente insieme aglio, prezzemolo e sedano. In un tegame, meglio di terracotta, sciogliete il burro con l'olio e rosolatevi dolcemente il trito di prezzemolo, aglio e sedano. Aggiungete le lumache con l'alloro e il vino bianco, coprite con un coperchio e cuocete a fuoco lento, mescolando di tanto in tanto. Quando il vino sarà completamente consumato, unite la passata di pomodoro e il pepe. Continuate la cottura per almeno quattro ore totali, unendo dell'acqua calda qualore ve ne fosse necessità e il sale solo a cottura quasi terminata. Servite le lumache calde accompagnandole con una buona polenta.

La gran catalana dell'Adriatico - ricetta veneziana

Ingredienti:
  • 2 aragoste,
  • 4 scampi,
  • 8 cannocchie,
  • gamberi q.b.,
  • uova di seppia q.b.,
  • 4 moscardini,
  • granseola q.b.,
  • verdura di stagione (carote, sedano, cipolla di Chioggia, olive di Verona, peperoni, insalata croccante)
  • aceto di lamponi,
  • olio.
Preparazione. Mettete a bollire per dieci minuti in un court buillon (acqua aromatizzata), nell'ordine: granseola, aragosta, scampi, gamberi, cannocchie. Cuocete a parte per quindici minuti i moscardini in acqua salata. Mettete a marinare le verdure per tre ore con olio, aceto di lamponi, sale, pepe. Disponete in modo casuale i crostacei e i molluschi. Coprite infine con le verdure e lasciate riposare quindici minuti prima di servire.

Oca lessa al cren - ricetta trevigiana

Ingredienti:
  • 1 oca di circa 3kg,
  • 300g di sedano,
  • 10 foglie d'alloro,
  • 1 radice di cren,
  • 1 mela gialla,
  • 1 uovo,
  • 2 tuorli, 
  • 2dl di aceto,
  • 5 cucchiai di zucchero,
  • sale.
Preparazione. Pulite e fiammeggiate l'oca. Mettetela in una pentola con il sedano tagliato a pezzi grossolani, l'alloro e il sale e coprite con acqua fredda. Fate bollire per almeno due ore e mezza coprendo sempre con l'acqua e il coperchio. Tritate finemente il cren e la mela con una grattugia. Sbattete i tuorli e l'uovo e incorporate aceto e zucchero. Fate cuocere le uova sino a quando diventeranno crema, girando in continuazione. Unitela ancora calda al cren e lasciate raffreddare. Tagliate l'oca a pezzi e servitela accompagnandola con la crema al cren.

Fasoi in potacin - ricetta rodigina

Ingredienti:
  • 400g di fagioli borlotti secchi,
  • 1 cipolla,
  • 100g di passata di pomodoro,
  • 1 rametto di rosmarino legato,
  • 3 foglie di salvia,
  • 1 spicchio d'aglio,
  • 4 cucchiai di olio extravergine di oliva,
  • 1 cucchiaino di bicarbonato,
  • sale,
  • Grana padano grattuggiato.
Preparazione. Mettete a bagno la sera precedente, o almeno per 8 ore, i fagioli in acqua fredda con un cucchiaino di bicarbonato. Lavateli e trasferiteli in una pentola a lessare con acqua fredda salata, il rosmarino, l'aglio intero e la salvia. Affettate sottilmente la cipolla e soffriggetela nell'olio. Scolate i fagioli conservando l'acqua di cottura e uniteli al soffritto con la passata. Cuocete a fuoco lento, mescolando spesso, aggiungendo acqua di cottura man mano che evapora, sino a quando i fagioli cominceranno a sfaldarsi e farsi quasi crema. Servite a caldo, spolverando con il formaggio grattuggiato e un filo d'olio a crudo.

Zanzarele - ricetta vicentina

Ingredienti:
  • 4 uova,
  • 80g di pangrattato,
  • 120g di Grana padano grattuggiato,
  • 1 bustina di zafferano,
  • 1l di brodo magro,
  • sale e pepe.
Preparazione. Portate a bollore il brodo con lo zafferano. Sbattete le uova e aggiungete il pangrattato, il formaggio, un pizzico di sale e un po' di pepe. Appena il brodo bolle, versate il composto. Girate con un cucchiaio di legno in modo che la crema di uova si strapazzi. Servite la minestra calda.

Coniglio alla bellunese - ricetta bellunese

Ingredienti:
  • 1 coniglio, 
  • 1 bicchiere di vino bianco secco, 
  • 2 spicchi d'aglio, 
  • 1 rametto di rosmarino, 
  • 1 limone, 
  • 1 bicchierino d'aceto, 
  • 100g di olio extra vergine di oliva, 
  • 100g di burro, 
  • prezzemolo, sale e pepe.
Preparazione. Mettete i pezzi del coniglio in padella coperti e senza condimento, scolando poi l'acqua naturale. Spostate in un altro tegame con olio extra vergine di oliva lasciando rosolare per un po', con l'aglio e il rosmarino. Aggiungete sale e pepe, spruzzate con il vino bianco e lasciate cuocere a fuoco lento col coperchio. Preparate un pesto fatto col prezzemolo, scorza di limone grattuggiata e il fegato e il cuore del coniglio ben battuti. Ponete il composto a rosolare in un tegame a parte, con un fondo di olio. Versate quindi la salsa sul coniglio arrosto, dopo avere tolto gli aromi, e allungate con il resto del vino lasciando restringere rapidamente il sugo di cottura. Togliete dal fuoco e aggiungete il burro a mantecare. Lasciate assorbire e servite accompagnando con polenta.

lunedì 31 ottobre 2011

Difesa della tesi di dottorato

Tra pochi giorni, venerdì 4 novembre, difenderò la mia sudata tesi di dottorato davanti ad una commissione. Cercheremo di trasmettere l'evento in diretta sul mio canale.
Nel frattempo, godetevi un po' di intervallo. Abbiamo ipotecato le pecore per non addormentarci.

domenica 23 ottobre 2011

Le pulizie autunnali


Ormai anche gli alberi cominciano lo spogliarello annuale, indossando il loro intimo più sexy, così ho deciso di fare un po' di restyling a questo mio vecchio blog spesso trascurato.
Adesso sono indaffarato con i preparativi per la mia prossima performance, uno spettacolo di scienza e alta tecnologia, ma non potevo certo lasciare il mio blog così spoglio e disadorno, quindi ho preso in prestito questi colori che venivano gettati al vento. Ora capisco Arlecchino.

sabato 1 ottobre 2011

Verze alla vicentina (ricetta vicentina)

Ingredienti
  • 1 kg di verze
  • 1 cipolla
  • 2 spicchi di aglio
  • 2 cucchiai di aceto
  • 100 g di guanciale a cubetti
  • olio extravergine di oliva
  • brodo vegetale
  • sale e pepe
Dopo aver mondato e asciugato le verze, tagliate a listarelle la verza e finemente la cipolla. In un tegame con olio caldo, rosolate il guanciale (o la pancetta) tagliato a cubetti aggiungendo l'aglio in camicia e la cipolla. Unite la verza, bagnate con un mestolo di brodo precedentemente preparato, salate e pepate. Coprite e cuocete a fuoco basso per un'ora e mezza circa, rigirando di tanto in tanto. Aggiungete altro brodo se ve ne fosse necessità e, una volta terminata la cottura, versate l'aceto.

Torta speciale di mele (ricetta rodigina)

Ingredienti
  • 3 mele tagliate a spicchi
  • 125 g di burro
  • 125 g di zucchero
  • 2 uova
  • 200 g di farina 00
  • 1 cucchiaino di zucchero vanigliato
  • 1 bustina di lievito
  • scorza di limone grattuggiata
  • 1 pizzico di sale
Iniziate riscaldando il forno a 180 gradi. Amalgamate gli ingredienti: mescolate le uova alla farina, aggiungete il burro ammorbidito, lo zucchero, lo zucchero vanigliato, il sale, la scorza di limone e il lievito. Versate il composto in una tortiera precedentemente imburrata e infarinata e aggiungete gli spicchi di mele affondandoli per metà nell'impasto e lasciandone circa 1 cm fuori. Infornate per 45 minuti e servite accompagnando, se volete, con una pallina di gelato alla crema.

Gnocchi di zucca (ricetta bellunese)

Ingredienti
  • 700 g di zucca gialla
  • 150 g di farina 00
  • 1 tuorlo d'uovo
  • 500 g di burro
  • 100 g di ricotta affunicata
  • sale
Tagliate la zucca a grossi pezzi e cuocetela al forno. Passatela al passaverdure fino ad ottenere una crema densa, aggiungete il tuorlo, salate e incorporate la farina. Lavorate l'impasto finché risulta morbido e omogeneo. Ricavare gli gnocchi con la punta di un cucchiaio e cuoceteli in acqua bollente salata per pochi minuti. Scolate e condite con il burro fuso e la ricotta affumicata grattuggiata.

Sugo di gallina padovana (ricetta padovana)

Ingredienti
  • 1 gallina padovana
  • 300 g di polpa di pomodoro
  • 1/2 bicchiere di vino bianco secco
  • 1 cipolla
  • 1 gambo di sedano
  • 2 carote
  • 1 scalogno
  • prezzemolo
  • olio extravergine di oliva
  • sale e pepe
Dopo aver pulito e lavato la gallina, tagliatela a pezzi e mettetela a rosolare in un tegame di terracotta con olio caldo e cipolla tritata. Bagnate con il vino, coprite con un coperchio e lasciate cuocere a fiamma bassa per 15 minuti.
Nel frattempo, tritate carote, sedano, prezzemolo e scalogno. Togliete dal tegame la gallina ed eliminate ossa e cartilagini. Appena avete tolto la gallina dal tegame, versate il trito di verdure e lasciate cuocere. Tritate finemente la gallina, aggiungetela al soffritto, salate, pepate e versate la polpa di pomodoro. Coprite e proseguite la cottura a fiamma bassa per 1 ora, mescolando spesso.

Bocconcini al capriolo saltati al radicchio (ricetta trevigiana)

Ingredienti
  • 300 g di radicchio di Treviso
  • 900 g di polpa di capriolo
  • 50 g di cipolla
  • 50 g di sedano
  • 1/2 spicchio di aglio
  • 1/2 dl di vino rosso
  • farina
  • sale e pepe
  • salvia
  • rosmarino
  • 2 bacche di ginepro
  • olio extravergine di oliva
Tagliate la polpa di capriolo a dadini, lavate il radicchio e tagliatelo a pezzetti. In una casseruola, fate rosolare nell'olio caldo cipolla, sedano e aglio tritati. Insaporite con le bacche di ginepro schiacciate. Ricoprite la carne con salvia e rosmarino tritati, salate, pepate e unite un po' di farina. Versate nella casseruola del soffritto, facendo cuocere a fuoco vivace, per 10 minuti. Aggiungete il radicchio, bagnate con il vino e proseguite la cottura. Ottimo se accompagnato da polenta.

Fondi di carciofo in teglia (ricetta veneziana)

Ingredienti
  • 8 carciofi
  • 1 spicchio d'aglio
  • 30 g di burro
  • prezzemolo
  • 1 bicchiere di aceto bianco
  • olio extra vergine di oliva
  • sale e pepe
I fondi di carciofo si possono acquistare già puliti, altrimenti, dopo aver eliminato le foglie esterne e la barba interna, metteteli in ammollo in acqua fredda e aceto. Nel frattempo, tritate finemente il prezzemolo e scaldate in un tegame il burro con 2 cucchiai di olio e l'aglio. A questo punto, scolate e asciugate i fondi dei carciofi e metteteli in tegame. Insaporite con prezzemolo, sale, pepe e coprite con un coperchio. Quando i carciofi saranno teneri ma consistenti, togliete dal fuoco e servite.

Bacalà alla vicentina (Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina)

Questa ricetta, suggerita dalla Venerabile Confraternita del Bacalà alla Vicentina, è frutto di studi e comparazioni tra le numerose ricette in quge nei ristoranti e nelle trattorie del vicentino tra gli anni trenta e cinquanta.

Ingredienti per 12 persone:
  • 1kg di bacalà (stoccafisso secco)
  • 250 g di cipolle
  • 1/2 l di olio d'oliva extravergine
  • 3 sarde sotto sale
  • 1/2 l di latte fresco
  • 50 g di formaggio grana grattuggiato
  • 1 ciuffo di prezzemolo tritato
  • poca farina bianca
  • sale e pepe
Ammollare lo stoccafisso, già ben battuto, in acqua fredda, cambiandola ogni 4 ore, per 2-3 giorni. Aprire il pesce per lungo, togliere la lisca e tutte le spine. Tagliarlo a pezzi. Affettare finemente le cipolle; rosolarle in un tegamino con un bicchiere d'olio, aggiungere le sadre sotto sale tagliate a pezzetti; per ultimo, a fuoco spento, unire il prezzemolo tritato.
Infarinare i vari pezzi di stoccafisso, irrorati con il soffritto preparato, poi disporli uno accanto all'altro in un tegame di cotto o alluminio oppure in una pirofila (sul cui fondo si sarà versata, prima, qualche cucchiaiata di soffritto); ricoprire il pesce con il resto del soffritto, aggiungendo anche il latte, il grana grattuggiato, il sale, il pepe.
Unire l'olio fino a ricoprire tutti i pezzi, livellandoli. Cuocere a fuoco molto dolce per circa 4 ore e mezzo, muovendo ogni tanto il recipiente in senso rotatorio, senza mai mescolare (questa fase di cottura, in termine vicentino si chiama pipare).
Solamente l'esperienza saprà definire l'esatta cottura dello stoccafisso che, da esemplare ad esemplare, può differire di consistenza. Il bacalà è ottimo anche dopo un riposo di 12/24 ore. Servire con polenta.

venerdì 30 settembre 2011

I nomi della felicità

Il comportamento delle persone è dettato, in ultima analisi, dalla ricerca di una qualche forma di piacere (essere amati, desideri sensuali, fama, denaro, potere, etc.) e dal tentativo di evitare dispiaceri (dolore, malattia, vecchiaia, etc.).
Tuttavia le esperienze e le inclinazioni di ciascuno sono differenti e non esiste un'unica priorità, né un'unica via che venga perseguita nella ricerca personale della felicità.
Per questo motivo nascono differenti fazioni: se dia maggior felicità l'essere superiori agli altri (fisicamente, economicamente, per fama, etc.) oppure cercare la felicità assieme agli altri. In questo modo "nascono i nomi".
Nascono correnti religiose, nascono "destra" e "sinistra", nascono pensieri filosofici.
Le differenti opinioni sul metodo generano, in ultima analisi, profondi disaccordi, che possono sfociare nell'integralismo (ad esempio religioso e politico), facendo dimenticare il motivo per cui un metodo era stato inizialmente proposto.
Per questo credo che non sia importante tanto il metodo, quanto piuttosto il risultato.
Personalmente, vedo che la superiorità, l'arroganza, il disprezzo, non portano né pace, né felicità, non solo ai supposti "inferiori" e "vinti", ma neppure ai "superiori" e "vincenti". Se una persona potente ed importante è circondata da persone tristi, invidiose, infelici, insoddisfatte, non sarà egli sempre solo? I piaceri che ottiene con la sua posizione privilegiata, non saranno soltanto una parvenza di felicità, che scompare in un battito di ciglio lasciando solamente ulteriore desiderio?
Chi ha potere, teme di perderlo; chi desidera ottenerlo, proietta se stesso in un ipotetico futuro, senza riuscire a godere del potere parziale che magari ha raggiunto. E' questa la felicità?
La vera felicità è senza nomi.

(Ispirato liberamente ai discorsi di Buddha e di Laozi)

sabato 24 settembre 2011

Ciò che di me sapeste (E. Montale)

Ci che di me sapeste
non fu che la scialbatura,
la tonaca che riveste
la nostra umana ventura.

Ed era forse oltre il telo
l'azzurro tranquillo;
vietava il limpido cielo
solo un sigillo.

O vero c'era il falòtico
mutarsi della mia vita,
lo schiudersi d'un'ignita
zolla che mai vedrò.

Restò così questa scorza
la vera mia sostanza;
il fuoco che non si smorza
per me si chiamò: l'ignoranza.

Se un'ombra scorgete, non è
un'ombra - ma quella io sono.
Potessi spiccarla da me,
offrirvela in dono.

Spesso il male di vivere ho incontrato (E. Montale)

Spesso il male di vivere ho incontrato:
era il rivo strozzato che gorgoglia,
era l'incartocciarsi della foglia
riarsa, era il cavallo stramazzato.

Bene non seppi, fuori del prodigio
che schiuse la divina Indifferenza:
era la statua nella sonnolenza
del meriggio, e la nuvola, e il falco alto levato.

Portami il girasole (E. Montale)

Portami il girasole ch'io lo trapianti
nel mio terreno bruciato dal salino,
e mostri tutto il giorno agli azzurri specchianti
del cielo l'ansietà del suo volto giallino.

Tendono alla chiarità le cose oscure,
si esauriscono i corpi in un fluire
di tinte: queste in musiche. Svanire
è dunque la venture delle venture.

Portami tu la pianta che conduce
dove sorgono bionde trasparenze
e vapora la vita quale essenza;
portami il girasole impazzito di luce.

Meriggiare pallido e assorto (E. Montale)

Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.

Nelle crepe del suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.

Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.

E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.

Non chiederci la parola (E. Montale)

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

I limoni (E. Montale)

Ascoltami, i poeti laureati
si muovono soltanto fra le piante
dai nomi poco usati: bossi ligustri o acanti.
Io, per me, amo le strade che riescono agli erbosi
fossi dove in pozzanghere
mezzo seccate agguantano i ragazzi
qualche sparuta anguilla:
le viuzze che seguono i ciglioni,
discendono tra i ciuffi delle canne
e mettono negli orti, tra gli alberi dei limoni.

Meglio se le gazzarre degli uccelli
si spengono inghiottite dall'azzurro:
più chiaro si ascolta il susurro
dei rami amici nell'aria che quasi non si muove,
e i sensi di quest'odore
che non sa staccarsi da terra
e piove in petto una dolcezza inquieta.
Qui delle divertite passioni
per miracolo tace la guerra,
qui tocca anche a noi poveri la nostra parte di ricchezza
ed è l'odore dei limoni.

Vedi, in questi silenzi in cui le cose
s'abbandonano e sembrano vicine
a tradire il loro ultimo segreto,
talora ci si aspetta
di scoprire uno sbaglio di Natura,
il punto morto del mondo, l'anello che non tiene,
il filo da disbrogliare che finalmente ci metta
nel mezzo di una verità.
Lo sguardo fruga d'intorno,
la mente indaga accorda disunisce
nel profumo che dilaga
quando il giorno più languisce.
Sono i silenzi in cui si vede
in ogni ombra umana che si allontana
qualche disturbata Divinità.

Ma l'illusione manca e ci riporta il tempo
nelle città rumorose dove l'azzurro si mostra
soltanto a pezzi, in alto, tra le cimase.
la pioggia stanca la terra, di poi; s'affolta
il tedio dell'inverno sulle case,
la luce si fa avara - amara l'anima.
Quando un giorno da un malchiuso portone
tra li alberi di una corte
ci si mostrano i gialli dei limoni;
e il gelo del cuore si sfa,
e in petto ci scrosciano
le loro canzoni
le trombe d'oro della solarità.

lunedì 29 agosto 2011

Delle teorie

Ogni modello, schema o teoria è parziale, incompleto, sebbene talvolta riesca a cogliere gli aspetti salienti di un fenomeno.
Visto da abbastanza lontano, il mare sembra piatto (si dispone su superfici equipotenziali). Tuttavia, guardando più da vicino, ci sono le onde, che nascono e vengono modificate dall'interazione con il vento, le navi, gli esseri marini, le isole, gli scogli, le coste, etc etc. Si possono descrivere le onde attraverso delle approssimazioni, dei modelli, tuttavia nessun modello sarà in grado di riprodurre e predire le lievi increspature che solcano le stesse onde. Non esistono due onde identiche.
Allo stesso modo, l'acqua di un ruscello si infrange su una roccia in modi sempre diversi. Non esistono due gocce d'acqua identiche.
Questo non significa rinunciare all'unico modo che abbiamo per conoscere, quello di rappresentare il mondo con concetti a noi comprensibili, ma solamente avere la consapevolezza che tali rappresentazioni sono necessariamente incomplete e parziali.
Una mappa bidimensionale della superficie terrestre non può riprodurre contemporaneamente angoli, distanze e superfici. 

venerdì 19 agosto 2011

Sull'attaccamento

Come puntura di zanzara è l'attaccamento: passa presto se riusciamo a resistere al prurito iniziale e a non grattarci. Se invece indugiamo nel tentativo di alleviare il fastidio, in realtà lo prolunghiamo soltanto.

mercoledì 17 agosto 2011

Il respiro

Le discipline della psiche utilizzano vari stratagemmi per interagire col subconscio. Questi vanno dall'analisi dei sogni, dei pensieri e delle parole involontarie, all'utilizzo di tecniche che permettono di comunicare direttamente con la parte nascosta della mente, come ad esempio l'ipnosi.
Spesso tuttavia viene trascurata l'importanza del corpo nella comunicazione con la parte inconscia: come i processi verbali, ad esempio, molti movimenti e molte azioni sono o diventano inconsapevoli. Ma, così come nel cervello esistono zone deputate soprattutto alla costruzione del linguaggio, allo stesso modo esistono zone che ricevono gli stimoli sensoriali e che comandano i movimenti.
Dunque esiste un'altra via per lo studio della mente: il corpo.
In questo senso, la concentrazione sul respiro - movimento semi-involontario - può aiutare a riconciliare l'essere umano nel suo intero, nei suoi "cinque aggregati" (corpo, percezioni, sensazioni, costruzioni mentali e coscienza) della tradizione buddhista, superando la dualità mente-materia nell'unità del tutto.

giovedì 11 agosto 2011

Radici

Una pianta non decide dove nascere: se in un terreno sabbioso, avrà bisogno di mettere radici lunghe per raggiungere e trattenere il nutrimento necessario; se in un terreno argilloso, le radici dovranno essere robuste per riuscire a farsi strada.
Similmente un uomo non decide in quale continente, quale regione, quale famiglia nascere. Tuttavia, se vuole crescere, si dovrà adattare all'ambiente in cui si trova. Se però vuole sviluppare veramente le proprie potenzialità, dovrà imparare la flessibilità.

domenica 31 luglio 2011

Sul desiderio

Il desiderio è un allontanamento da una parte di sè; l'ottenimento dell'oggetto del desiderio è una parziale riappacificazione con se stessi che quindi per sua natura non può portare alla vera felicità, ma solamente al "piacere figlio d'affanno".

sabato 30 luglio 2011

La pazienza del ragno

La raffinata arte del ragno nella costruzione delle ragnatele è tanto faticosa quanto effimera. Capita infatti che non si trovino appoggi saldi cui ancorare i capi portanti della seta e che sia sufficiente una folata intensa di vento per spostare il rametto o lo spunto erboso in modo irreversibile. Così uno dei fili portanti si spezza e la costruzione implode, richiudendosi.
La pazienza del ragno sta dunque non solo nell'attendere vigile la cattura della preda, ma nel ricostruire ogni volta e rinforzare e riparare la propria opera.

domenica 17 luglio 2011

Riflessioni sulla metafora dell'acqua

L'acqua può essere colpita da pugni e calci, ma questi non la possono ferire e alla fine tornerà al proprio posto.
L'acqua può essere accoltellata e fucilata, ma le sue ferite si richiuderanno immediatamente tra bolle e increspature.
L'acqua non ha forma, ma può penetrare e spezzare le rocce più dure.
L'acqua può essere raccolta e rinchiusa in recipienti e non avendo forma propria si adatterà alla propria posizione, ma appena sarà liberata cercherà un nuovo equilibrio.
Se la temperatura però si abbassa a sufficienza, l'acqua diventa ghiaccio e può rompere la bottiglia che lo contiene.
Il ghiaccio può fratturarsi e frantumarsi. Può restare duro e compatto per millenni, ma si può tagliare e fessurare.
Se la temperatura invece si alza abbastanza, l'acqua evapora, diventa arrendevole e perde la sua forza prima inarrestabile.
La via è l'equilibrio tra forza e flessibilità.

lunedì 20 giugno 2011

Chi sono?

Chi sono?
L'antichissima domanda
Che ogni uomo si è posto
In ogni tempo.
Anche se guarda in uno specchio
e riconosce il volto,
anche se conosce il suo nome
la sua età e la sua storia,
alla fin fine, continua a domandarsi,
chi sono?
Un gigante tra gli uomini,
signore di tutto quel che sorveglio,
o un inutile pigmeo
che ostacola maldestro la sua stessa strada?
Il gentiluomo sicuro di sè
con uno stile vincente,
nato per comandare
che si fa subito degli amici,
o un animo tremebondo
che tra estranei cammina in punta di piedi,
che, dietro a un sorriso di ghiaccio, trema
come un ragazzino perso in una foresta oscura?
La maggior parte di noi brama l'unicità,
ma teme di essere l'altro.
Eppure può essere
ciò che aspira a essere.
Chi coltiva
i proprio istinti naturali,
chi concentra le loro facoltà
sul buono, l'ammirevole, l'eccellente,
e crede di poterlo raggiungere
avrà ricompensata la fiducia.
E, nel processo,
scoprirà la vera identità
di chi guarda da dietro lo specchio.
SEI TU?
Coloro che dubitano dissero,
"l'uomo non può volare".
Coloro che agiscono dissero,
"Forse, ma ci proveremo",
e infine spiccarono il volo
nello splendore mattutino,
mentre gli increduli
li guardavano da giù.
Coloro che dubitano dissero
che la terra era piatta,
navi partirono verso l'estremo confine,
tutto lì!
Ma un mondo nuovo di zecca
trovarono alcuni di coloro che agiscono,
e ritornarono per dimostrare
che questo pianeta è tondo.
Coloro che dubitano sapevano
che era un fatto, "Di certo,
nessun congegno rumoroso
potrebbe sostituire il cavallo".
Tuttavia i carri
di coloro che agiscono, senza cavallo,
attraversarono
tutte le strade a tempo
ma coloro che continuarono a dire
"non può essere fatto"
non furono mai vincitori
né mai ebbero onori.
Tutto ciò andò, piuttosto,
a chi credeva fosse possibile fare,
mentre coloro che dubitano
guardavano da molto lontano.

Bruce Lee

venerdì 4 marzo 2011

Finché c'è guerra c'è speranza

Nel suo romanzo 1984, George Orwell sosteneva che, quando la Terra era stata spartita tra tre superpotenze (Oceania, Eurasia ed Eastasia), le guerre erano necessarie per eliminare il surplus di produzione che altrimenti sarebbe andato a favore dei proletari. L'utilizzo delle macchine per svolgere le attività agricole e industriali, infatti, avrebbe potuto produrre cibo ed altri beni a sufficienza per l'intera popolazione mondiale, ma ciò avrebbe permesso ai proletari di avere del tempo per istruirsi e cominciare a ragionare e a desiderare la propria libertà.
Quello resta solo un romanzo, ma l'idea della connessione tra guerra ed economia, ben al di là della produzione di armamenti, non è nuova.
Segnalo dunque un articolo del Sole 24 Ore che riporta uno studio sull'argomento. Questo non è un romanzo.

venerdì 18 febbraio 2011

Sopra il monumento ai caduti

Ieri mattina, recandomi ancora una volta alla piazza di Polverara, ho trovato dei lavori in corso. Molte volte ho percorso quella strada: per andare alle scuole elementari, alle medie, per la ginnastica correttiva, la messa, il catechismo e infine per prendere la corriera che, ad orari scomodi, mi portava - e porta, se occorre - a Padova o a Piove.
Nel tempo non sono stati pochi i cambiamenti che via Volparo e via Roma hanno subito: la ristrutturazione dell'asilo che ho frequentato per tre anni, gestito dalle suore, la chiusura del ferramenta giusto a fianco alla palestra, la messa a norma e in sicurezza delle scuole elementari e medie, che io rivedo solo dall'esterno, dopo avervi trascorso tanto tempo. Il vecchio bar è ormai scarsamente frequentato, superato da uno nuovo, l'"Hard Rock Café" che, alla bisogna, dicono possa ospitarti per la notte. Per quanti anni in quei locali hanno lavorato i vecchi giornalai? Giusto di fronte a loro c'era un micro-supermercato, poi acquistato da una banca, la prima che abbia osato sedersi a Polverara. Però questa volta la mutazione ha superato ogni aspettativa.
Di fronte al piazzale della chiesa, anch'esso rifatto (il selciato è costato un occhio della testa, ma l'estetica è migliorata molto dai tempi della semplice asfaltatura alla contadina - per non parlare del campo di calcio che le era a fianco, ora smantellato e ricostruito a fianco del cimitero), infatti, c'è un monumento ai caduti, una madre piangente che tiene in braccio il figliolo, di bronzo, con un fondale di lastre in marmo. Questo rustico monumento stava su un basamento rettangolare, di circa dieci e quindici metri di lato, che lo alzava di circa un metro dal piano stradale. Avevano poi costruito una rampa perché le automibili ed il mercato del lunedì ci potessero salire. Ora, però, il basamento, punto di ritrovo di tanti giovani quand'ero fanciullo e adolescente, è stato tolto e ne resta solo la spoglia scultura. Mi chiedo cosa ne succederà.

sabato 1 gennaio 2011

Buon anno

...e così anche il 2010 fa parte della storia, del passato. Come sempre ci sono stati alti e bassi, gioie e dispiaceri, piccoli e grandi; il caso (o il destino, a seconda dei punti di vista) ci ha presentato molte prove e magari non siamo riusciti a superarle tutte; forse non siamo riusciti ad ottenere quello che volevamo, nella forma in cui lo volevamo.
Non so se davvero esista la felicità; certamente ognuno può fare del proprio meglio per avvicinarvisi, anche se poi magari i nostri sforzi verranno premiati in modo ben diverso da quello che ci saremmo aspettati all'inizio; o almeno così capita a me quando le cose vanno bene.
Quel che so è che il passato non si può cambiare, ma che abbiamo ancora un'opportunità - anche se bisogna lottare! L'opportunità di fare del nostro meglio in quel che ci sta a cuore, di imparare dalle esperienze proprie ed altrui, di divertirci, di cercare un po' di affetto e di amore su questo pianeta. Probabilmente ci saranno ancora momenti amari, episodi duri e difficili per ciascuno, ma, assieme a questi, in un modo che ci sorprenderà e supererà la nostra fantasia, credo che verranno anche tempi di gioia, serenità e riso. Questa almeno è la mia illusione, la mia speranza. Per favore, non toglietemela.
A tutti auguro un buon anno nuovo.